Ogni anno in diversi punti del litorale si può rivivere una delle tradizioni marinare del territorio riminese: la pesca alla tratta.
Di origine medievale, questo tipo di pesca costiera “povera” venne utilizzata su tutta la Riviera fino agli anni ’50 prima di cadere in disuso a causa di un divieto imposto dalle autorità marittime.
Ma per far conoscere e per salvaguardare le vere tradizioni locali, grazie a permessi speciali, nei mesi estivi turisti e abitanti possono radunarsi sulla spiaggia per assistere e partecipare alla rievocazione della pesca alla tratta.
Ma come avveniva la pesca alla tratta?
Per questo tipo di pesca veniva impiegata una grande rete, disposta in modo tale che da un lato strisciasse sul fondo, grazie a una serie di piombi, dall’atro rimanesse tesa verso la superficie, grazie a dei galleggianti in sughero.
Un capo della rete veniva poi fissato sulla battigia, mentre l’altro, con l’ausilio di una barca, portato in acqua per creare un ampio semicerchio.
Posizionata la rete, i pescatori entravano in acqua e disposti su due file iniziavano a recuperare le cime. Legandosi in vita “è croc” (il crocco) tiravano a terra la rete, che strisciando sul fondale intrappolava il pesce rimasto nel semicerchio.
Per non perdere il prossimo appuntamento con la tirata alla tratta chiedi informazioni al tuo albergatore tipico riminese!