Non molto tempo fa insieme ad un gruppo di amici abbiamo deciso di intraprendere un tour enogastronomico nell’entroterra riminese alla scoperta dei suoi tesori culinari.
Inutile dire che qualsiasi posto si scelga per essere indagato sotto questo aspetto è il posto giusto!
Basta lasciarsi il mare alle spalle per approdare in un mondo incontaminato, dove il tempo è scandito dai ritmi della natura e la memoria di chi lo abita è indissolubilmente legata a sapori, odori e colori che la tradizione contadina continua a tramandare negli anni.
Una delle tappe prescelte è stata Mondaino dove abbiamo prenotato una degustazione di formaggi. Al nostro arrivo siamo stati accolti alla porta della città (un tempo detta porta Marina), da un personaggio un po’ bizzarro, che con nostro stupore indossava abiti danteschi. Inizialmente non potevamo sapere né chi fosse, né il motivo di quel travestimento e tutti sghignazzavamo sotto i denti… Cosa pensereste voi vedendo una persona travestita da Dante? Poi abbiamo scoperto che era il Sig. Michele, un maestro amante del Sommo Poeta, fondatore di un Centro Dantesco e produttore di formaggi. Questi riminesi non smettono mai di stupire!
Inizia così il nostro viaggio alla scoperta di Mondaino accompagnati da Dante, che nel frattempo aveva scelto tra di noi una Beatrice non dimenticandosi di (tra)vestirla di tutto punto!
Come in tutti i borghi medievali anche qui il silenzio è quasi assordante e tutto è permeato da una strana aria di pace e tranquillità. I viottoli si incrociano tra loro per sbucare nella grande piazza semicircolare e là dove un tempo le mura di cinta proteggevano il castello Malatestiano ora la vista si apre sulle colline che circondano la città, che si trova a metà tra Romagna e Marche. Le origini di Mondaino si intrecciano tra il mito e la leggenda, si narra infatti che questa fosse la terra dei daini e che qui si praticasse il culto di Diana, in un tempio dedicato alla dea della caccia.
Dopo questo excursus storico eccoci finalmente all’antico mulino, uno splendido edificio a tre piani del VX Secolo, che sorge a ridosso di quella che fu la seconda porta della città, porta Montanara. Il mulino ormai ha perso le sue funzioni originarie, seppur mantiene al suo interno rilevanze architettoniche come arcate, macine da olio e grano, pozzo e forno, infatti, viene utilizzato per la produzione di formaggi, tra cui quello di fossa e come luogo di degustazione.
Una suggestiva musica medioevale ci ha accolto durante l’entrata e in quel momento sono stata catapultata in un’altra dimensione, tra sogno e realtà. L’aria è stata improvvisamente invasa da odori sublimi, tra cui formaggio, sottobosco, tartufo, funghi, che annunciavano il mio arrivo nella stanza del gusto! Dinanzi a noi una tavola imbandita e ai lati della stanza le fosse, che come scrigni,chiuse da botole, custodiscono per tre mesi all’anno il tesoro di questa città, il formaggio di fossa. Una volta seduta, tutta entusiasta ho osservato il mio piatto,e come un predatore fa con il suo bottino, sono andata alla ricerca delle cose più preziose e ho notato tante pepite di formaggio affiancate da marmellate, pane, olio, salumi e olive.
Per ogni varietà di formaggio ci è stato servito dell’ottimo vino sangiovese e per finire un vino di visciole, a base di ciliegie acide. Durante la degustazione oserei dire “divinamente” guidata (giusto per rimanere in tema) abbiamo assaggiato:
FORMAGGIO DI FOSSA D.O.P., un pecorino di primavera stagionato per tre mesi e poi disposto nelle fosse, scavate nelle roccia arenaria e rivestite in paglia, da Agosto a Novembre. Il suo sapore è intenso ma allo stesso tempo delicato. Il formaggio viene disposto nelle fosse durante il folkloristico Palio del Daino e chi lo desidera, e questa è la cosa curiosa, può in tale occasione adottare un formaggio di fossa, personalizzarlo con un nome e portarlo a casa in Novembre dopo l’apertura delle fosse.
FORMAGGIO DEI MALATESTA, un pecorino di primavera, stagionato all’aria e poi fermentato nel grano, secondo un’antica ricetta Malatestiana (nata forse per evitare il saccheggio) che permette al formaggio di sviluppare determinate caratteristiche aromatiche. Il suo sapore è indubbiamente forte ed è legato a profumi naturali.
FORMAGGIO DEL MULINO, un formaggio pecorino ottenuto dal latte delle pecore dopo il parto, stagionato all’aria e conservato negli ambienti freschi del Mulino. Il suo sapore è delicato e la sua consistenza morbida.
FORMAGGIO AL TARTUFO, un pecorino stagionato e arricchito da scaglie di tartufo bianco e nero di cui è ricco il territorio tanto che a Mondaino in Novembre viene organizzata ogni anno una sagra dedicata a questo pregiatissimo fungo. Il suo sapore è inconfondibile e la sua consistenza morbida.
Per gli amanti del food Mondaino è una tappa da non perdere non solo per i formaggi ma per l’inusuale accoglienza!
E’ possibile prenotare questo Educational Gastronomico con visita al Mulino della Porta di Sotto inviando una mail a info@portadisotto.it o chiamando direttamente al numero 0541.981550
Nel VIDEO un gruppo di turisti degli Alberghi Tipici Riminesi che la scorsa estate hanno visitato Il Mulino della Porta di Sotto:
Amo molto i formaggi, ne vado matta, quale mi consiglieresti tra quelli che hai citato nel tuo articolo? Grazie
Sara
Ciao Sara, se devo dirti la verità dopo averli assaggiati tutti e quattro non saprei quale consigliarti, perchè sono tutti buonissimi! Poi dipende dai gusti, certamente se non l’hai mai provato, ti indico quello più tradizionale ossia il Formaggio di Fossa D.O.P.