Alberghi Tipici Riminesi

Una giornata a San Leo.

Dove un tempo San Francesco si fermò durante il suo Cammino in Valmarecchia e Giuseppe Balsamo, conosciuto come Conte di Cagliostro, qualche secolo più tardi venne lasciato morire in preda alla pazzia, nelle celle di una impenetrabile Fortezza, sorge un borgo che sembra perdersi tra le nuvole, dove tra sacro e profano, aleggia un’atmosfera misteriosa.

Volgendo lo sguardo al cielo ai piedi di quell’antico Mons Feretrius, le massicce mura che cingono San Leo sembrano penetrare nella roccia dello sperone sottostante, quasi a formare una scultura naturale di cui è difficile riconoscerne il confine tra artefatto umano e bellezza paesaggistica.

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Prima di lasciare l’auto nel parcheggio in prossimità del centro abitato decido di andare alla ricerca di quella Fonte Sacra dedicata a San Leone.

Eccola lì, incastonata in un verde pendio roccioso, l’acqua della fonte continua a scorrere sui secoli di storia di quella grandiosa Valle che gli si para davanti.

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Torno indietro e inizio il mio itinerario a piedi nel borgo.

Un palazzo gentilizio mi accoglie non appena varco la porta d’ingresso alla città. Oggi sede del Municipio, fu costruito da Francesco Maria II della Rovere nei primi anni del ‘600 per ospitare i rappresentanti della importante famiglia che succedette ai Montefeltro nella Signoria del Ducato di Urbino.

Proseguo per Piazza Dante Alighieri, cuore del borgo, ed è qui che, dove sorgeva la fonte da cui si dissetò San Francesco, oggi una fontana rappresenta un punto di ritrovo per gli abitanti. Bevo… “la sua acqua sarà davvero miracolosa come si dice?”

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A pochi passi un altro palazzo gentilizio, il Palazzo Mediceo, costruito per ospitare il Governatore di San Leo e del Montefeltro intorno al ‘500, oggi è la sede di un interessante museo d’arte sacra.

Sul lato opposto della strada, La Pieve, primo simbolo di cristianità nel Montefeltro, costruita e voluta dal Santo dalmata Leone, che, esercitando la professione di tagliapietre, edificò la prima chiesa, dedicata all’Assunzione di Maria, laDormitio Virginis, tra il III e VI Sec. d.C.

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“Come una nave incagliata in uno scoglio”, questo antichissimo monumento, si compone della stessa pietra del masso su cui e da cui sorge. L’ingresso nella Pieve mi catapulta in un’epoca lontana e in una storia affascinante quanto oscura.

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Sempre su una protuberanza del masso leontino, a pochi passi dalla Pieve, il Duomo di San Leo si innalza sulla roccia che lo sostiene, là dove gli antichi predicavano culti religiosi. L’atmosfera, in questo angolo isolato dal resto del borgo, è davvero tranquilla.

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Come lo è nel punto in cui sorge la Torre Campanaria sulla cima del “Monte della Guardia”, che un tempo insieme ad altri edifici faceva parte della cosiddetta Cittadella Vescovile, antica residenza del Vescovo di Montefeltro.

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E’ da qui che intravedo sul punto più alto dello sperone roccioso la bellissima Fortezza a lungo contesa da Malatesta, Montefeltro e Stato Pontificio.

Ma prima decido di riposarmi e godermi il panorama dall’area verde di San Leo. Dal Parco Belvedere, dove si innalza il Monumento ai Caduti, infatti, i miei occhi si perdono in un vastissimo spazio che dalla Valle del Marecchia giunge fino alla Costa, fino a raggiungere le cime di San Marino, Torriana, Montebello, Monte Pincio e tutte le alture sul fiume.

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Torno indietro fino alla piazza centrale e da qui prendo la strada che mi condurrà nel luogo magico del borgo, la Fortezza, dove una delle figure più enigmatiche dell’illuminismo italiano, l’alchimista Cagliostro venne condotto dopo esser stato condannato a morte dalla Santa Inquisizione e graziato con il carcere a vita dal Pontefice.

Prima di raggiungere la cella del pozzetto in cui fu calato l’eretico e dove il suo fantasma sembra ancora far paura, visito il Museo della Fortezza dove è presente una collezione di armi antiche e moderne.

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La giornata si conclude con un volo fantastico al tramonto dai Balconi di Piero della Francesca.

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