Quando si pensa alla Romagna il pensiero corre alle spiagge, al mare, alle discoteche ed al divertimento della riviera. La vivacità della costa contrasta con i tranquilli scenari dell’entroterra, spesso sconosciuti ai più, dominati prima dalle dolci colline e poi dalle rupi calcaree di Torriana e Verucchio.
Risalendo la Valmarecchia si incontrano borghi e castelli che custodiscono un ricco patrimonio d’arte e cultura, lasciato in eredità dalla signoria dei Malatesta. Il nostro piccolo, ma neanche così tanto, itinerario parte da Santarcangelo di Romagna, la cui parte più antica sorge sulla collina chiamata Monte Giove.
Il paese conserva intatta la struttura urbanistica medievale, con strade strette e tortuose.
Dopo aver parcheggiato nei pressi dell’Arco di Piazza Ganganelli ci addentriamo nel borgo. Il centro della cittadina di Santarcangelo di Romagna è caratterizzato da stradine lastricate di ciottoli che salgono verso la Rocca.
Nella parte alta del borgo sorge la quattrocentesca Rocca Malatestiana; in via Cesare Battisti, assolutamente da vedere, la Stamperia Marchi, celebre bottega di stampa a ruggine su stoffa per ammirare uno dei più antichi esempi di pressa primitiva, il Mangano, unico esemplare rimasto al mondo di tale dimensioni, e l’ottocentesco Sferisterio per il gioco della palla a mano.
Nella città bassa merita una visita il Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna che espone testimonianze delle varie attività contadine, una collezione di 53 burattini della fine dell’ottocento e una serie di antichi indumenti popolari: entrare in un posto così è come viaggiare nel tempo.
La parte più sorprendente di Santarcangelo di Romagna sorge però li dove non arriva la luce del sole. Sotto la cittadina sorgono delle grotte la cui origine è misteriosa: sebbene siano state fatte molte ipotesi (luoghi di culto pagano, oratori rupestri ecc.), non se ne conosce la vera origine. Di queste cavità scavate nel tufo, ed in minima parte anche nell’argilla, ce ne sono oltre un centinaio.
La maggior parte di queste grotte non possono essere visitate poichè di proprietà privata. Noi abbiamo avuto la fortuna di visitare le grotte tufacee nascoste sotto il Palazzo settecentesco dei Conti Ruggeri di Ravenna e di proprietà dell’azienda vinicola “Le Rocche Malatestiane“, uno scrigno in cui è custodito e viene affinato un ottimo Sangiovese Riserva.
Si dice che il nome “Sangiovese” derivi dalle parole “Sanguis Jovis”, e che, idealmente, rappresenta il sangue che, nel Medioevo, scorreva nelle vene (nei cunicoli) che attraversavano il Monte Giove.
Dalle grotte di prosegue per il centro storico medievale ed attraversando viuzze strette e tortuose, si arriva nella graziosa Piazzetta delle Monache su cui si affacciano Palazzo Cenci, adibito a Museo Archeologico, ed il Monastero.
Proseguendo in direzione di Torriana, appena fuori dal paese, si incontra la pieve di San Michele, importante edificio bizantino della fine del sesto secolo. Poco oltre, in località Sant’Andrea, si ammira il Palazzo Marcosanti, un’imponente costruzione fortificata nel 13º secolo.
A Poggio Berni, in prossimità della strada provinciale che da Santarcangelo porta a Ponte Vecchio, il Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna ha realizzato una sezione dedicata agli impianti molitori presso l’Antico Molino Moroni del 1588; nel Medioevo, in tutta la Valmarecchia si contavano 166 mulini.
Abbandonato il fondovalle si sale a Torriana, borgo di origini etrusche che sorge a cavallo delle valli Marecchia e Uso; sulla rupe vi sono i resti di una torre e di una rocca quattrocentesca, da cui si ammira un bellissimo panorama che dal Montefeltro spazia fino all’Adriatico.
Proseguendo lungo la strada si arriva poi a Montebello. Sullo sperone più alto del borgo sorge la rocca dei Guidi di Bagno risalente al 12º secolo. Il Castello di Montebello non ha bisogno di presentazioni. La leggenda racconta che la Rocca sia abitata dal fantasma di “Azzurrina“, figlia di Ugolinuccio Malatesta, che apparirebbe il giorno del solstizio d’estate degli anni che terminano con zero e con cinque. Questa parte del nstro itinerario è la parte più misteriosa ed esoterica. Ogni anno migliaia di persone, appassionati o meno di mistero si recano a Montebello rapiti da questa leggenda.
A questo punto il nostro itinerario prosegue verso il mare attraverso Verucchio, sito archeologico della cultura villanoviana e centro della potenza Malatestiana. L’antico borgo di Verucchio, tra il nono e sesto secolo a.C., fu un centro di notevole importanza, come testimonia la ricchezza di reperti custoditi nel museo archeologico allestito nell’ex convento di Sant’Agostino. Straordinario è il panorama che si gode dalla Rocca Malatestiana o Rocca del Sasso edificata su uno sperone roccioso a partire dal 12º secolo, è una delle più antiche della zona.
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