Oggi volevo proseguire il viaggio nei parchi urbani della città parlandovi del percorso ciclo-pedonale che attraversa la riviera lungo il fiume Marecchia e collega il mare con il fantastico entroterra riminese.
Quello che nasconde il Parco XXV Aprile è l’entrata di un vero e proprio paradiso naturale dove si nascondono le più belle specie animali e arboree del territorio.
Caricati dall’energia del primo sole primaverile, domenica scorsa siamo saliti sulle nostre biciclette e siamo partiti per questa nuova avventura a tre. Giunti nel centro storico, allietati dal canto dei merli e dei pettirossi sui pioppi che costeggiano l’ex alveo del fiume, abbiamo attraversato il più grande polmone verde di Rimini (circa 235000 mq), che sorge dove un tempo il Marecchia sfociava nel porto canale e alla cui estremità spicca il maestoso Ponte di Tiberio.
Dopo esserci lasciati alle spalle la città, la nostra vista si è persa sulle grandi distese fiorite e sulla campagna pronta per la semina… improvvisamente un’inspiegabile senso di libertà si è sostituito a quello di fatica!
Il rumore dell’acqua che scorreva lentamente nel letto del fiume sottostante accompagnava velocemente le nostre pedalate e dopo un piccolo ponticello in legno ci siamo ritrovati dietro un boschetto di biancospino ad osservare alcune persone che pescavano in un lago, il “Lago azzurro”. Un’immagine del passato mi ha colto di sorpresa, qui, infatti, noi giovani riminesi trascorrevamo i pomeriggi estivi e quella famosa ex cava estrattiva si era trasformata per i più temerari in un palcoscenico dove esibire i tuffi eseguiti dall’alto della roccia che lo sovrastava.
Un rumore tra le foglie ha interrotto i miei ricordi, mi sono rivolta al mio presente, e dopo un cenno abbiamo ripreso il sentiero. Inebriati dall’odore e dal colore della natura quasi non ci eravamo accorti di essere già a Santarcangelo. Poco più in là come una sentinella dall’alto, la Tomba dei Battagli, sembrava spiarci prima di scomparire dietro la vegetazione sempre più fitta. Intanto dal fiume spuntava un airone, meraviglia!
Via via che proseguivamo verso Villa Verucchio la campagna si popolava di filari, è da questi vigneti, infatti, che provengono alcune uve dei pregiati vini romagnoli. Poco prima di giungere nel parco pubblico della città, dove abbiamo deciso di fare una piccola sosta e uno spuntino, non abbiam potuto non notare il grande campo da golf dove alcuni sportivi si dilettavano con mazze e tiri in buca.
Dopo il break, siamo rientrati nella ciclabile e tra i rami degli alberi da frutto in fiore, ci siamo accorti con stupore di trovarci sull’argine a strapiombo a una decina di metri più in alto rispetto al letto argilloso del fiume… che spettacolo!
Lassù, in lontananza, su due speroni di roccia, Verucchio e Torriana sembravano salutarci, ci siamo rivolti verso di loro come per ringraziarli della bellissima esperienza, prima di girarci verso la strada del ritorno.
E’ stata veramente una giornata indimenticabile e non posso far altro che consigliarvi di intraprendere questa emozionante avventura con i vostri bambini per fargli scoprire la bellezza e l’importanza della natura!
E se ci sono riuscita io a far tutti questi kilometri in bicicletta, che son tutto fuorchè una sportiva, posso assicurarvi che questo percorso è alla portata di tutti, piccoli compresi.
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