Non so voi, ma a me hanno sempre affascinato i drammi, gli amori, le passioni e i misteri che avvolgono la storia delle grandi famiglie del passato. Giusto qualche sera mentre facevo il solito zapping alla tv ho scoperto che su Rai Storia stanno trasmettendo un documentario a puntate sulle Signorie del Medioevo e del Rinascimento italiano. Proprio in quel momento stavano parlando dei Malatesta, una delle più importanti dinastie, che dominò le mie terre, oltre quelle di Marche e Toscana. Inutile dire che me lo sono gustata fino alla fine.
Così, complice la primavera che sta arrivando, mi è tornata nuovamente la voglia di immergermi in quell’atmosfera suggestiva presente all’interno delle imponenti rocche che si affacciano sull’Adriatico e tra le mura di cinta dei borghi fortificati, dove il tempo sembra essersi fermato ad oltre 700 anni fa, quando la famiglia dei Malatesta consolidò il proprio potere ottenendo il dominio di vaste aree del Conca e del Marecchia e della città di Rimini.
Quindi se avete voglia di fantasticare un po’ accompagnatemi nel mio tour “Alla ricerca di tracce Malatestiane” perché vi racconterò l’esperienza di visitare un castello o un borgo sui colli riminesi.
Leggete:
Ma procediamo per gradi… Chi erano i Malatesta?
L’ascesa al potere della famiglia iniziò con il capostipite Malatesta II da Verucchio, passato alla storia come “Mastin Vecchio”, figlio di Malatesta I Malatesta podestà di Pennabilli.
Ricordato da Dante come un sanguinario tiranno insieme al Figlio Malatestino, egli divenne podestà di Rimini nel 1239 e in quanto guelfo decretò l’espulsione dalla città di tutte le famiglie ghibelline rivali.
…E ’l mastin vecchio e ’l nuovo da Verrucchio,
che fecer di Montagna il mal governo,
là dove soglion fan d’i denti succhio…
(Inferno XXVII – vv. 46-48)
Dalla prima moglie, Concordia dei Pandolfini, ebbe tre figli maschi: Malatestino, soprannominato “dall’Occhio”, perché cieco da un occhio, Giovanni “lo Sciancato” o “Gianciotto” e Paolo, detto “il Bello”. Quest’ultimo secondo la leggenda fu ucciso nel castello di Gradara dal fratello Gianciotto in quanto amante della moglie Francesca Da Polenta.
Mentre dalla seconda, Margherita Paltenieri di Monselice ebbe un solo figlio maschio: Pandolfo I.
Il potere dei Malatesta tra la fine del XIII e il XIV sec. grazie anche alla II Generazione, si estese ulteriormente, sia dalla parte romagnola, sia dalla parte della marca d’Ancona che venne conquistata interamente fino ad Ascoli.
Anche Malatesta “Il Guastafamiglia” e Galeotto I (figli di Pandolfo I), infatti, continuarono la politica di conquista dei predecessori e così fecero i loro figli e nipoti legittimi e non.
Pandolfo III, figlio di Galeotto I, ebbe all’infuori del matrimonio tre figli illegittimi dalla sua amante Antonia da Barignano tra cui quello che sarebbe diventato il futuro e incontrastato Signore di Rimini: Sigismondo Pandolfo Malatesta, l’acerrimo nemico di Federico da Montefeltro, duca di Urbino, con il quale si scontrò per mantenere il potere nelle attuali aree di confine tra Romagna e Marche.
E’ con lui che Rimini conobbe il periodo del suo massimo splendore diventando un importante centro artistico e culturale, in quanto il Signore amava circondarsi di artisti e intellettuali a cui commissionava importanti opere per la sua città.
Alla sua morte i domini dei Malatesta si ridussero progressivamente, schiacciati dallo Stato Pontificio da una parte e da Venezia dall’altra, fino a comprendere la sola Rimini, governata dal figlio Naturale Roberto il Magnifico. Il figlio di quest’ultimo Pandolfo V venne, infine, espulso da Rimini nel 1500 da Cesare Borgia e la città nel 1528 venne annessa allo stato pontificio.
Così finì dopo 300 anni la Signoria dei Malatesta.
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