T’ci un gran pataca. Am spatac sal tu patachedi.
Esiste una parola più magica di questa?
Una parola che fa ridere solo a pronunciarla?
Che può essere un aggettivo, un verbo ma anche un nome?
Forse sì o forse no, ma “PATACA” con 1 C e non con 2, è sicuramente una di quelle parole che tutto il mondo ci invidia. E se in italiano ha un significato ben preciso, in dialetto, spesso condito con un’abbondante dose di umorismo, ne può assumere tanti. E insieme a “Sburon, Òscia e Valà” fa parte del cosiddetto orgoglio romagnolo 😎
Ma cosa ti vuol dire esattamente un riminese quando ti dice:
1.“T’ci un pataca” o “Nu fa e’ pataca” o “lasa andè ad fe’ e’ pataca”
Letteralmente?
“Sei un minchione” (nel senso buono), “non fare lo stupido”, “smetti di fare lo sciocco”.
Però Pataca non è proprio un insulto, cioè lo è, ma è un insulto affettuoso. Come dire… non è un’offesa, è qualcosa di molto romagnolo per intenderci… “la linea che separa l’essere un eroe dall’essere un patacca è molto sottile.” – per dirla alla Valentino Rossi, ecco. 😆
2. Rafforzato da quel tipico “Valà”, invece è un modo scherzoso per indicarti la strada verso quel paese…
3. Se si riferisce a una donna con l’espressione colorita “Fata pataca!”, ti sta dicendo “guarda che bella ragazza!”, ma in modo più ruspante! 🤪
Magicamente questa parolina può anche trasformarsi in un nome o in un verbo da qui le espressioni:
4. “Lasa andè ad dì patachedi” – “smetti di dire stupidate”.
5. “Am spatac” – “mi spatacco” cioè “mi diverto da morire”.
6. E se te “fat na patacheda” vuol dire che l’hai fatta grossa, la cavolata intendo!
Il Pataca insomma è uno “spara c……”, un esibizionista, uno a cui piace far ridere gli altri anche con le patacate, che ama essere al centro dell’attenzione e adora sempre esagerare. Ma non sarà che alla fine c’è un Pataca dentro ogni romagnolo?
Lasciamolo dire a loro… #RomagnoliDOP!