Alberghi Tipici Riminesi

Viaggio nella Divina Commedia.

La Romagna, terra di sognatori e poeti, calorosa e accogliente, con i suoi paesaggi e la sua storia millenaria, è stata luogo d’ispirazione per il grande Dante Alighieri, che la scelse come rifugio dopo la condanna all’esilio perpetuo da Firenze nel 1300.

Il Sommo Poeta attraversò anche lo splendido lembo d’Italia al confine tra Marche e Toscana di cui ci sono chiari riferimenti nella Divina Commedia.

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Ed è proprio da Verucchio, culla dei Malatesta, che può iniziare un’emozionante viaggio sulle tracce di Dante Alighieri, primo turista in Romagna.

Così dei Signori di Rimini raccontava:

…E ’l mastin vecchio e ’l nuovo da Verrucchio,

che fecer di Montagna il mal governo,

là dove soglion fan d’i denti succhio…

(Inferno XXVII – vv. 46-48)

Dalla Valmarecchia alla Valconca, scendendo fino alla costa si incontrano poi numerose località che conservano tracce del passaggio del Poeta:

Cattolica è citata nel XXVIII Canto dell’Inferno.

…E fa saper a’ due miglior da Fano,

a messer Guido e anco ad Angiolello,

che, se l’antiveder qui non è vano,

gittati saran fuor di lor vasello

e mazzerati presso a la Cattolica

per tradimento d’un tiranno fello…

(Inferno XXVIII – vs. 76-81)

A Morciano, sede dell’Abbazia fondata nel 1062 da San Pier Damiani, a cui Dante dedica il XXI Canto del Paradiso, il Poeta si fermò trovando rifugio e ispirazione

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…Tra ‘ due liti d’Italia surgon sassi,

e non molto distanti a la tua patria,

tanto che ‘ troni assai suonan più bassi,

e fanno un gibbo che si chiama Catria,

di sotto al quale è consecrato un ermo,

che suole esser disposto a sola latria»…

In quel loco fu’ io Pietro Damiano

(Paradiso XXI – vs. 106-112)

A Montefiore, invece, una serie di affreschi nella Chiesa dell’Ospedale della Misericordia illustrano le tre cantiche della Divina Commedia.

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Sede del Centro Dantesco “San Gregorio in Conca” è Mondaino, la piccola comunità nota per il suo formaggio di fossa (leggete qui).

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Mentre, a picco sul mare, sotto il Monte San Bartolo, in un magnifico borgo raggiungibile percorrendo la panoramica “Via dei Poeti”, tra Gabicce Monte e Pesaro, pare ospitato da un fornaio, Dante soggiornò per un breve periodo.

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Di Fiorenzuola di Focaia i suoi versi ricordano il forte vento che spingeva le navi verso la costa, tanto che servivano voti e preghiere per salvarsi dalle tempeste e dal mare impetuoso.

Versi incisi su una lapide posta sopra l’arcata della porta d’ingresso al borgo.

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E che dire di quei versi commoventi sulla passione travolgente degli amanti di Gradara (leggete qui)?

…Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:

Caina attende chi a vita ci spense»…

(Inferno V – vs. 100-108)

Al Castello, nella stanza di Francesca si può rivivere l’inizio di quell’amore e la sua tragica fine.

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…Noi leggiavamo un giorno per diletto

di Lancialotto come amor lo strinse;

soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fiate li occhi ci sospinse

quella lettura, e scolorocci il viso;

ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso

esser basciato da cotanto amante,

questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.

Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:

quel giorno più non vi leggemmo avante»…

(Inferno V – vs. 127-138)

Il viaggio termina a Gemmano con la discesa nelle Grotte di Onferno (leggete qui), che per molti ispirarono l’ambientazione del Canto dell’Inferno.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura

che la dritta via era smarrita…”…

Leggenda o realtà? A voi la sentenza!

 

 

 

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