Alberghi Tipici Riminesi

Nella cucina tipica riminese dell’azdora: “e fér, e sciadur, e tulir”

Cucina tipica riminese: “Mo lassa andè. Pôri pataca! Che macchinetta! Noi la pasta fresca la facciamo a mano, come una volta.”

Sì perchè in qualsiasi cucina tipica riminese che si rispetti non mancano mai “e fér, e sciadur, e tulir” (il ferro, il mattarello, il tagliere). E lo sa bene l’azdora, la padrona di casa, che sul tagliere mescola e impasta acqua, farina e uova per unirle in un composto perfetto che a suon di mattarello, con movimenti ondulatori, trasforma in sfoglia. Una sfoglia a volte sottile e a volte spessa, tonda, ma non perfetta, un po’ a punta, o sul davanti o sul di dietro, abbastanza grande per essere tagliata in modo diseguale per “fè al taiadeli” (per fare le tagliatelle), o riempita per “fè i caplétt” (per fare i cappelletti).

Ma c’è un altro attrezzo che custodisce gelosamente tra i cassetti della sua cucina tipica riminese, un oggetto della memoria, un po’ come l’antica teglia in argilla per cuocere la piadina. Un utensile oscuro, misterioso, del quale è difficile comprenderne l’uso se non lo si vede utilizzare: “e fér”.

cucina tipica riminese passatelli

Il ferro, infatti, non lo si trova al di fuori della Romagna. Ha la forma di un disco concavo, forato, con due manici. Che con maestria l’azdora fa scivolare su una sublime palla di pan grattato, uova, parmigiano, noce moscata e scorza di limone, creando fili di poesia.

E’ così che nascono i veri passatelli alla romagnola, quelli che per tutti i riminesi doc sanno di buono, di casa e di ricordi d’infanzia. E se classici sono in brodo, asciutti, per noi gente di mare, sono con il pesce!

Entra qui in una cucina tipica riminese e prova ad avvertirne gli odori e i sapori… siamo certi che te ne innamorerai!